venerdì 29 agosto 2014

Usate il preservativo.

Segue uno scarno ma significativo elenco di cose irritevoli dell'estate. Senza preliminari, proprio.


1. Il caldo (o, per quest'anno, il freddo)

Aspettare la bella stagione per mesi e mesi significa anche specificare, il più delle volte, come la propria tolleranza al caldo si limiti alla primavera - stagione ormai estinta, come tutti sappiamo. Fatta eccezione, dunque, per quei tre o quattro giorni di 20-25°, il caldo comincia ad attanagliare la città come solo la morsa di un serpente fritto potrebbe fare. La tanto sperata bella stagione, con i suoi fiori, i suoi profumi e tutto il resto, diventa apprezzabile solo durante quelle brevi ma intense giornate di ferie che ci portano al mare, in montagna o in ogni caso altrove, permettendoci un attimo di respiro. Inutile specificare come in questo periodo vi sia la più alta percentuale di bestemmie contro il condizionatore che non funziona o non c'è mai stato, contro il ventilatore che non ventila, contro il temporale estivo "perchè siamo in Agosto, ti pare che piove?". Quest'anno ha prevalso, per l'appunto, quest'ultima gamma di lamentele, alternatasi con notti insonni in cui si sono rimpianti pioggia e vento. La coerenza che ciascuno di noi ha avuto e che nessuno vuole ammettere per se stesso: tranquilli, siamo tutti nella stessa barca.


Immagine presa qui

2. I bambini allo stato brado

Belli, i bambini. Dolci, loro. Però, ricalcando l'idea di mio padre - e, ne sono certa, di molti di noi - vorrei ricordare a tutti i posti del mondo quanto fruttuoso sarebbe aggiungere alla propria azienda una zona CHILDFREE. Basta mocciosi. Davvero, sono carini, sono pucciosi, ma se sono in vacanza a rilassarmi, che sia sotto un ombrellone o in un bel ristorante a mangiare spaghetti alle vongole, non voglio proprio dovermi sorbire ore di piagnucolii, strilli e corse tra i tavoli da parte di piccole belve incustodite. Certo, ammettiamo pure che eventi del genere sono pane per i denti di chi ha voglia di intavolare una discussione su quanto i genitori siano incapaci ad educare i figli, al giorno d'oggi, ma dopo aver esplorato l'argomento in ogni possibile loco, sarebbe bello aver altro di cui lamentarci - il caldo o il freddo, come dicevo poco fa.



Personalmente, sono stata testimone di un episodio piuttosto esemplare di genitori infami.
A Marina di Lesina, provincia di Foggia, in un ristorante dall'aspetto tamarro ma curato, manifestavano la loro presenza quattro adulti e cinque o sei bambini. Non uno solo degli adulti ha mai alzato un dito, per le due ore di pasto che hanno seguito il nostro arrivo, nel sentire e vedere alcuni dei marmocchi usare una bottiglia vuota come clava con cui testare qualunque oggetto presente nel ristorante. Non bastavano i giochini dai suoni irritanti, le urla, il trattore di plastica su cui le bimbe facevano a gara tra un tavolo ed il successivo. Doveva esserci anche Fred Flinston, per concludere il quadro.
Se non sei in grado di gestire tuo figlio, lascialo in un canile, abbandonalo in autostrada o almeno metti il preservativo. Grazie.



3. Gli insetti onnipresenti

Qualunque cosa facciate, ovunque voi siate, ci sarà un motivo validissimo per lamentare la presenza di quei piccoli mostri che il Creatore avrebbe potuto risparmiarsi, ammesso che esista e non sia un sadico come penserei io in tal caso. Le zanzare sono il primo problema di chi non ha il terrore di certi esserini, perchè sono uno dei pochi che non solo rompono le palle, ma lo fanno in piena volontà - sfido a prendersela con le api, poverine, che pungendo ci rimettono tutto l'intestino morendo di una morte non augurabile. Ma no, la zanzara è infida, fastidiosa, frustrante, e, soprattutto, quando la schiacci ti si spalma sulle mani con relativo sangue di chissà chi, rendendo vana persino la soddisfazione dell'impresa eroica appena compiuta.
Ci sono poi tutti quegli altri insetti caratteristici che onestamente, per chi come me soffre di fobia di qualunque cosa abbia più di quattro zampe, sono un fortissimo rischio per la salute cardiaca - leggasi ragni, mantidi, scutigere, cavallette giganti.
L'episodio più rappresentativo di questa sventura è quello del giorno di Ferragosto in cui, testimone un intero ristorante, sentendomi camminare sul piede qualcosa e vedendo un padre di famiglia indicare poi la mia maglia pronunciando le fatidiche parole "hai un..", ho gridato come un agnello il giorno di Pasqua, dimenandomi in modo imbarazzante. Il tutto si è risolto quando mia madre, complice consapevole dei miei timori, mi ha urlato che si trattava di un geco - certo, un geco di 8cm, ma comunque un geco e non una locusta gigante. Ho perso sette anni di vita, ma ok.



4. Amici svaniti nel nulla

Va bene, tutti abbiamo amato le vacanze. Lavoratori e studenti le attendono con ansia per mesi e mesi, vivono addirittura in funzione delle stesse..ma gli studenti universitari no. Se, come me, fate parte di quell'esigua ma presente percentuale di persone che restano in città durante l'estate o che, comunque, hanno vacanze piuttosto ridotte nel tempo, capirete cosa significhi avere amici fuori sede, che se ne stanno nel loro paese d'origine per l'intera durata della bella stagione. Il loro ritorno viene atteso con la stessa ansia di un esame. Nel frattempo, non c'è modo di fare shopping - negozi chiusi - ma si può sfogare la frustrazione nelle pulizie della casa estive, che durano complessivamente un paio di giorni, data la foga. Il resto delle settimane è una lenta agonia di studio svogliato, spesa all'unico supermercato aperto, messaggi su whatsapp che ricalcano lo standard più classico "mi manchi, non vedo l'ora che torni, poi quando vieni facciamo questo, quest'altro e questo pure, mancano solo 543h, 405h, 320h, 267h, 110, 70, 40, 24..12.." ..e quando mancano meno di 12 ore, state pur certi che ci sarà qualche cataclisma a deludere tutte le vostre aspettative. Gente con il ciclo più debilitante della storia, gente che trasloca, gente che deve studiare, gente a cui muore qualche lontano o vicino parente, impegni, visite, pullman pieni, incidenti..qualunque cosa possa capitare per tardare il loro arrivo, capiterà. E voi ancora lì, a lucidare i pavimenti con la lingua, perchè non vi resta altro da fare.


E' il 29 Agosto e non mi vergogno di informarvi che sono felice che le vacanze siano quasi finite. Addio.