lunedì 23 giugno 2014

Cesso pubblico: fai la tua scelta

Godendo dell'anonimato che questo blog mi fornisce, intendo raccontare uno di quegli scabrosi aneddoti che normalmente si raccontano da ubriachi alle feste e che, il giorno dopo, convincono a diventare astemi per il resto della propria ormai poco dignitosa esistenza.

Riprendendo quanto detto qualche tempo fa in un post ( clicca qui ) riguardo Milano, Trenitalia e soprattutto la carta igienica, vorrei innanzitutto spezzare una lancia per i nuovi treni Italo: anche nei loro bagni, in Seconda Classe, c'è la cosiddetta "cartadaculo", e questo è bene. Anzi, vorrei sottolineare che a Milano, in questi tre giorni, la carta è stata forse l'unica cosa onnipresente nei bagni, persino in quelli più scrausi in cui il sapone non funzionava, il rubinetto faceva scendere piccole pisciatine di acqua marrone chiaro, il cesso prevedeva l'assenza standard dello scarico e via dicendo, il sedere te lo potevi pulire senza dover usare le mani - con una sola eccezione che racconterò a breve. Grandissime soddisfazioni. Grazie Milano!





Quando si è fuori casa, uno dei problemi maggiori - specie per chi, come me, ha la vescica anoressica e l'intestino a breve termine - è quello di reperire un bagno prima che sia troppo tardi. Ogni birra, per quanto desiderata, se si è lontani da casa deve essere soppesata considerando quanti accessi al bagno saranno disponibili nel corso della serata. Manco a dirlo, il problema peggiora notevolmente quando ci si trova all'estero, cosa che implica frequenti visite all'onnipotente dio Mc Donald's, ovvero l'anticristo della salute e la salvezza dei portatori di cellulari scarichi ed internet dipendenti.

Tra gli strumenti più quotati per i frequentatori abituali di cessi pubblici, ma che ciascuno di noi dovrebbe portare con sè, per evitare che l'ingenuità rovini la propria vita per sempre, troviamo:



1 - Fazzolettini di carta

Preferibilmente un pacchetto intero. Non sappiamo quanti ne avremo bisogno, e generalmente c'è sempre qualcuno che li ha dimenticati a casa ed a cui non li si potranno negare. L'utilizzo che se ne fa è intuitivo, ma è forse utile ricordare di preparare il pacchetto o il fazzoletto singolo PRIMA di dover poggiare a terra il cappotto. Il cappotto che avete portato con voi prima di scoprire la mancanza dell'appendiabiti e la borsa in cui cercarli, s'intende: la quantità di liquidi vari che potreste spargere durante l'operazione di ricerca potrebbe essere pari alla quantità di liquidi sul pavimento del classico cesso pubblico. Quello su cui NON vorreste poggiare i suddetti oggetti nemmeno nei vostri peggiori incubi da mal di pancia.





2 - Amico che tenga il cappotto

Come accennato qualche riga più su, non è insolito che il pavimento dei cessi pubblici sia l'equivalente in scala del Mar Giallo. L'equivalente un po' letterale mdi un architetto in erba molto sadico, a dirla tutta. Impossibile, poi, aspettarsi che ci sia l'appendiabiti, a meno di non essere particolarmente in credito con il karma. La presenza dell'amico d'emergenza assicura, inoltre, che la porta resti chiusa per il tempo necessario ad evitare che tutto il mondo scopra della tua mancata visita all'estetista: a nessuno interessano i baobab che hai su gambe ed inguine, ma certamente in assenza della chiusura a chiave, a qualcuno verrà la splendida idea di aprire proprio mentre hai l'Amazzonia al vento.



Supporto visivo per immaginare la foresta di baobab


3 - Deodorante per ambienti / profumo

Non fondamentale ma particolarmente utile, il deodorante per ambienti permette di uscire dal bagno con il sorriso anche quando la prossima persona che dovrà entrarci è il tuo migliore amico: l'idea che possa sopravvivere ai tuoi residui di gas asfissiante è sempre di conforto. Al contrario, altrimenti, potrebbe essere una gran brutta morte.


4 - Sapone

A prescindere da quanti germi possano esserci nei residui che avete scaricato nel water del bagno pubblico in questione ed a prescindere dalle vostre abitudini casalinghe - inutile mentire, nessuno di noi lava le mani ogni volta che va a fare pipì, eddai - ricordate: la maniglia del bagno pubblico potrebbe essere stata toccata da appestati e portatori di strane epatiti alfabetiche..o, al di là di tutto, di sicuro da mani sporche di pipì ed escrementi altrui. Il sapone vi eviterà il problema di generare un nuovo focolaio di colera.


5 - Assorbenti

..se siete donne, s'intende. Perchè il ciclo non sarà mai il vostro migliore amico, e vi tradirà proprio quando crederete di averlo previsto. Nel dubbio, mettetene uno in ogni borsa, perchè approfonditi studi scientifici affermano che il frequente cambio di quest'ultima sia la prima causa d'emulazione di Fiumi di Porpora da parte delle donne sopra i 16 anni - perchè se avete più di due borse prima dei 16 anni allora siete nate dopo il 2000 e mi rifiuto di credere che stiate davvero leggendo questo blog. Dai.





Ovviamente quello che sto per raccontarvi è una storia realmente accaduta che prevede la mancanza di tutte le suddette cose. L'esempio perfetto per persuadervi all'uso di quanto elencato.


L'Aneddoto.

Dopo due soste al Mc Donald's di Piazza Duomo, il peggior Giuda che si possa immaginare in questa storia, non è strano che lo stimolo intestinale diventi più che uno stimolo. Le viscere mi si contraggono dolorosamente e mi costringono ad infilarmi, da seduta, un piede tra le chiappe, per evitare strane fuoriuscite sgradevoli. Le persone che ho intorno, ignare, continuano a chiacchierare ignorando la calamità in arrivo. Convinta di poter resistere alla forza che la natura mi ha scatenato contro, non solo resisto bensì la sfido inalando il fumo d'una sigaretta della mia amica lì presente. Non c'è bisogno del colpo di grazia - generalmente consistente nel caffè: quella singola aspirazione mi vince, costringendomi a correre verso un bar.
Entro nel locale con la birra in mano, ancora intera, comprata da una manciata di minuti da Esse proprio lì, per me, e guardo verso il barista con l'aria d'una rifugiata, sperando che la birra basti come dimostrazione di fedeltà "potrei usare il bagno? La mia amica ha comprato per me questa birra, poco fa..". Affatto convinto dal mugolio, che di certo gli pare una scusa mal congegnata, il barista sembra comunque farsi persuadere dal tono semi-disperato che la mia voce sicuramente trasmette.
Mentre attendo che un bipede termini il suo turno, l'ansia provocatami dall'urgenza mi fa sorgere un pensiero: apro velocemente la borsa e comincio a cercare i fazzoletti. Niente. Eppure ce li avevo, ne avevo visti due, prima. Uno potrei averlo usato, ma l'altro? Cerco ancora. Niente. Forse è sotto l'ombrello? Nada. Nella taschina piccola? Nisba. Deglutisco, il bipede esce ed io corro in bagno, assalendo trafelata la toilette. Ho le dita incrociate, attaccata mentalmente alla speranza di trovare la carta igienica, quella che per tre giorni ho trovato in ogni bagno di Milano in cui sono stata. Ecco, lo sguardo saetta subito in direzione della stessa ma..ancora niente. Non c'è traccia. Il disagio è forte, ma confido ancora nel fazzoletto che sono sicura di aver visto poco prima. Mi tiro giù i pantaloni, le mutande, e do sfogo alle querele dell'intestino con immenso sollievo, pur continuando a cercare imperterrita.

[Breve nota: posso giurarvi che, a meno di non essere costretta, io, come molti di voi, non sono il tipo che si mette a fare ste robe in bagni random. Generalmente le faccio solo nel mio. Di solito divento stitica per tutta la durata dei viaggi, roba di dieci giorni persino, per cui potete immaginare quanto possa essere stato disagiante quanto accadutomi, a prescindere]

Quanto risulta dalla mia sosta nel bagno del bar in questione si può immaginare con un minimo di fantasia, ma bisogna sottolineare - per quanto abbia la pelle d'oca al solo ricordarlo - che è molto peggio di quanto temevo: ovviamente è andato tutto ovunque, tranne che nel buco preciso del water, motivo per cui anche il bagno necessiterebbe una pulita. Eppure il mio primo problema sono ancora i fazzoletti. Con la borsa in bilico intorno al collo non riesco a cercare bene, decido per cui di poggiarla a terra, nello schifo che potete immaginare ci si trovi, per tirare fuori qualsiasi cosa vi sia dentro..così scopro che la speranza è l'ultima a morire, ma prima o poi muore. Niente fazzoletti. Nè puliti nè sporchi. Niente tovaglioli. Niente di niente.
Apro l'armadietto presente nel bagno, sempre più in crisi, ma nulla. Ragazzi, ve lo dico chiaro e tondo: in una situazione così, il culo come ve lo pulireste?



Per rendere il tutto più interessante, dopo qualche minuto sento la porta dell'anticamera del bagno che si apre e la scortesissima voce del barista mi chiede subito dopo "ci sei ancora? Qui c'è la fila, sbrigati". Mi si gela il sangue nelle vene. A prescindere dal fatto che ci ho messo davvero molto meno di quanto avrei potuto, quest'uomo, con la sua scimmiesca delicatezza, ha segnato definitivamente la mia tragedia quotidiana umiliando quel poco di dignità che credevo mi fosse rimasta.
D'accordo, a questo punto, data pure la fretta, non restano che due vie: la mano o i vecchi scontrini della spesa. La voce dell'Enigmista risuona nella mia testa: fai la tua scelta. 





Io scelgo gli scontrini e prego dio che nessuno sappia mai di tutto questo - salvo poi raccontarlo su un blog pubblico per pura autoironia o purissimo masochismo. Esco dal bagno dopo aver tirato l'acqua ed aver osservato lo scarico portare nelle fogne chili di patatine fritte, panini e dignità. Inutile specificare l'assenza di sapone per lavare le mani..una tragedia dover restare per metà pomeriggio con l'odore di scontrini sporchi di merda sulle dita, ma almeno l'acqua esce decentemente dal lavandino. Vediamola così.

Mentre fuggo dal locale - nel quale, a proposito, non c'era nessuna fila per il bagno, brutto stronzo di un barista maleducato - sono ancora sui miei piedi, viva, e mi sento meglio. Lo stesso non potrà dire quello che è andato in bagno dopo di me.





Il giorno successivo, mentre già elaboravo questo articolo pregustandomi il colorito racconto a cui avete assistito, finalmente sono potuta andare nel MIO bagno, con le MIE cose, con la MIA pulizia, il MIO pavimento, il MIO sapone. Il primo pensiero è stato quello di twittare quanto fosse grande il sollievo di poter fare pipì sapendo che ci sarà la carta igienica. Poi mi sono girata, piena di tutto quel gratuito compiacimento, ed ho guardato il rotolo: era finito.

2 commenti:

  1. Guarda, la mia esperienza è stata peggiore, fidati... ma chi non ha un'esperienza legata alla cacca? ahaha però mi hai fatto morire dal ridere, soprattutto mi hai fatto ripensare a quella volta in Spagna in vacanza, quando non sono riuscita a contenere la foga e e il mal di pancia e ho evacuato MENTRE stavo tirando giu i pantaloni. Ero in un locale e i miei pantaloni stavano prendendo vita XD

    io non ho MAI i fazzoletti di carta in borsa, ma per fortuna ho un bambino piccolo e ho preso il bellissimo vizio di portarmi le salviettine umidificate. Così pulisco bene lì sotto quando ce n'è la necessità, ma se devo soffiarmi il naso... non è proprio il massimo con le salviettine umide!

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  2. Non posso fare a meno di chiederti COME hai fatto dopo che è accaduto..le salviette sono bastate anche in quell'occasione? Mi solleva sapere di non essere l'unica con certe sfighe, però più ne sento più vivo nell'ansia di uscire di casa, ehm!

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