Ed eccoci qui. Il primo post di questo blog, che comincia in una stanca sera di inizio primavera, con un sottofondo di piacevole istigazione al suicidio - grazie Lana Del Rey, le tue canzoni sono sempre un piacevole inno alla vita.
Devo ancora decidere che cosa sia questo blog di preciso. Devo ancora decidere se continuerò ad aggiornarlo o farà la fine delle altre decine di blog che ho aperto e chiuso a distanza di una manciata di post, ma voglio essere fiduciosa. Perchè non esserlo? E' un nuovo inizio!
Ci sono state diverse cose che mi hanno spinta a cominciare a scrivere qualcosa proprio questa sera, e la prima fra tutte è un'importantissima questione di naso: ho usato il deodorante di mio padre, costretta dalle circostanze particolarmente sfavorevoli - le stesse che mi hanno indotta a far crescere una piantagione di baobab geneticamente modificati sotto le mie ascelle, ovvero: non ero a casa mia, ergo niente rasoi, niente deodoranti, niente un sacco di cose.
Premetto che si trattava di uno di quei deodoranti ad aria compressa, che per principio mi angosciano, e per un ottimo motivo: la mia prima esperienza fu disastrosa. Una nuvola di spuma per i ricci che continuava a gonfiarsi sul palmo della mia mano e sui miei capelli, roba che, a saperlo in anticipo, non mi sarei fatta lo shampoo. E poi il rumore. Mi mette ansia, con quel suo sibilo maligno, mi ricorda che sto maneggiando qualcosa di pericolosissimo per l'ambiente, quasi come le emissioni di gas delle mucche - che, ormai lo sanno tutti, sono le vere responsabili del buco nell'ozono.
Guardatele, che aria da distruttrici di pianeti! Ora si capisce che i vegetariani sono dei cospiratori, eh sì. |
Ma insomma, ho messo questo deodorante che già in principio si presentava malissimo, con il suo color argento-mammamiaquantomisentomaschio e le sue scritte in sans-serif-micacazzi, fosse mai che ti diano del finocchio perchè hai il deodorante bianco in Corsivo, magari con la scritta violetta. Dopo una prima sensazione di congelamento dei linfonodi, da ringraziare che sia primavera, perchè non sarebbe stato il momento di giocare a palle di neve sotto l'ascella, mi arriva alle narici quell'odore. Un odore a metà tra l'olezzo alcolico, la menta, un deodorante per ambienti - scaduto - e il "cazzo, forse prima di metterci il deodorante avrei dovuto lavarla". Eppure vi assicuro che mi ero lavata eccome.
Google: "Deodorante uomo" -> deodoranti da uomo, forma allungata, colore nero grigio
Google: "Deodorante donna" -> ascelle. Perchè?
Ma sì, come si dice a Roma, "l'uomo vero ha da puzzà", ed è proprio su questo motto che credo abbiano lavorato le aziende produttrici di quella roba. Tutto regolare.
Fatto sta che adesso, che davvero non mi lavo da stamattina, dopo aver affrontato un'intera giornata in giro, mi raggiunge questo olezzo che, come avrei dovuto aspettarmi, si è mescolato all'odore di muschio che avrebbe altrimenti capeggiato da quelle parti, restituendo una nuova fragranza degna d'un Arbre Magique. Fragranza che consiglierei agli omonimi produttori. Tanto ormai li fanno anche al gusto "Racing" e al gusto "Jeans", qualunque cosa siano, non vedo perchè non tentare.
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