sabato 5 aprile 2014

Perchè fare testamento prima delle pulizie annuali


E' giunta l'ora di pulire la casa. Per capire la gravità della giornata di pulizie che ti aspetta, basta pensare al fatto che, sapendo che te ne dovevi andare, già tre mesi prima del trasloco hai smesso di pulire finestre e pavimenti "perchè tanto tra poco mi trasferisco". La tua casa, quindi, si è via via trasformata in uno dei boschi muschiati della Louisiana, ma lo ha fatto in modo così lento che tu puoi solo immaginare l'entità del danno. Già, perchè secondo te gli infissi sono sempre stati grigi, ovviamente. Non erano mica bianchi, quando sei arrivato. Vero?




Arrivi alla casa con la voglia di fare di un bradipo in letargo, ma ormai sei lì e ti fa quasi schifo sederti sulla sedia, che per qualche motivo è dello stesso colore degli infissi - ma forse ricordi male, perchè eri convinta fosse bianca, un tempo. Dunque cominci a pulire quella, per avere un posto in cui riposare dopo ogni metroquadro di muffa eliminato. Oh. Ma guarda, forse tutto sommato la sedia non era grigia. Toh.

Passi ai ripiani del mobile Ikea - indovinate di che colore era, e di che colore è al momento della pulizia - e togli giusto il grosso..quella mezza tonnellata di polvere che in tre anni avrai fatto due volte, sempre in corrispondenza con l'arrivo della padrona. Era carino anche grigio, d'altronde, quel mobile. Si intonava bene al resto. Nel frattempo il tavolo della camera è diventato un ricettacolo di malattie contagiose, ed ospita, tra i vari virus mortali, un po' tutto quello che è rimasto in casa. Perchè naturalmente ti sei fatto dodici giorni di trasloco, ma per qualche motivo la casa sembra ancora piena di roba, tanto che pensi sulla possibilità che sia passato il Messia, tra uno scatolone e l'altro, a moltiplicare pani, pesci e già che c'era anche i tuoi soprammobili. Fatto sta che la montagna di cose cresce, le ore passano ma tu, che comunque non ti sei fermato un attimo - pur avendo pulito la sedia tatticamente - non noti nessun cambiamento: il colore complessivo della stanza è ancora tendente al colore del pelo del tuo topo domestico, tra il grigio polverediqualchemese e il marroncino-nonhaipulitolecacchedelcriceto.


La pubblicità dello Swiffer diventa improvvisamente verosimile

Dopo un'altra ora, sei passato al bagno, sperando che dia frutti migliori. Pantaloni alla Sampei, ma senza cappello in testa, piedi nudi, da esperto pescatore, ti immergi nella doccia per eliminare il colore rosato da muri e piastrelle, chiedendoti se sia davvero necessario. La muffa rosa è carina e ravviva un po' l'ambiente. Ma forse la padrona di casa non la penserebbe così. E' una donna senza un minimo di buongusto!
Gratta, gratta, gratta, finalmente se ne va il 30% della roba nera che è rimasta negli angoli, mentre il restante 70% ti guarda con un trollface soddisfatto, da sotto il silicone da cui - ormai lo sai - non potrai mai più tirarla fuori.




Arrivi allo stanzino nel bagno, quello che contiene un secondo lavandino utilizzabile per lavare i panni a mano, in cui sarai entrato sì e no due volte, in tre anni di permanenza, e ti rendi conto che probabilmente necessiti di un'urgente disinfestazione. Osservi le ragnatele rampicanti, immagini i loro simpatici inquilini - chiedendoti se per caso non ti sia teletrasportato in Australia - e prendi una decisione quasi immediata: diventare ambientalista e lasciare in vita quei poveri ragnetti delle dimensioni di un palmo o due. Chiudi la porta rapidissimo, la sigilli e, nel dubbio, ci metti anche il nastro adesivo giallo, quello che la polizia usa sulle scene del crimine. Così, giusto per essere sicuro che a nessuno venga la bella idea di disturbare quelle dolci creature di Dio.
Nel frattempo, per scartavetrare un po' dello schifo rimasto negli altri sanitari, ci hai messo giù il disinfettante che si usa per pulire i cessi. Quello che dovrebbe agire anche sui lasciti biologici di mucche e cavalli - utile quando tua nonna calabrese decide che oggi si mangia piccante, ovvero sempre. Insomma, se i sanitari hai tentato di pulirli così, magari senza guanti e magari strofinando con la spugnetta, il risultato dovrebbe essere evidente: un paio di sleppe rosse color aragosta dovrebbero aver preso il posto delle tue mani.




Torni al tavolo, ti arrendi e lo liberi dalla roba per pulirlo, spruzzi lo sgrassatore e ti sorge il dubbio - quando ormai è troppo tardi: ma si potrà usare sul legno? Ovviamente no. Spalanchi gli occhi, un brivido di gelo ti assale e nell'immediato scatti verso il bagno, roba che Bolt ti fa una pippa, con l'idea di bagnare d'acqua la spugnetta per rimediare il prima possibile al danno. E nel compiere l'impresa, il fatto che tu abbia lasciato il mocho in posizione diagonale sull'ingresso non ti suggerisce proprio niente. Grazie neuroni! Questo è il motivo per cui per una frazione di secondo ti tornano alla mente anni di pattinaggio sul ghiaccio e poi..il nulla.
Quando riapri gli occhi, sei a terra. Il pavimento del bagno è di nuovo sporco, il tuo braccio ha sbattuto sul marmo, fa un male non verbalizzabile e se non si è spezzato in due è solo perchè la vita ha in serbo per te patimenti peggiori, mentre il tavolo di legno è più snello, consumato dallo sgrassatore.

E' ora di cena, tu sei quasi morto, la casa è quasi tornata bianca e ci sono diciotto sacchi della spazzatura davanti alla porta. Ti aspettano giusto cinque piani a piedi, su e giù, per tre o quattro volte. Poi ci penseranno le pompe funebri.

Scherzi a parte, il giorno dopo ti assale un dolore al braccio destro, che ha strofinato per cinque ore chili e chili di muffe.
E qualcuno avrà pure il coraggio di dirti che se ti fa male il braccio ieri devi esserti divertito parecchio.
Sorridi. Annuisci. E poi invitalo a varcare quel nastro giallo dello sgabuzzino del bagno. Si divertirà anche lui, con i suoi nuovi amici.

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