giovedì 24 aprile 2014

Dare ripetizioni, Pt.1


Siamo ormai a Maggio, e se per me, che mi sono laureata, questo mese è solo il mese del mio compleanno, per altri è il mese del "porcaputtanaèquasifinitol'annoscolastico"..pronunciato con diverse sfumature, in base all'età. 

La sensazione di profondo sgomento aumenta in base al grado di ignoranza del proprio figlio, e l'urgenza "maggiolina" di evitare la sua bocciatura - una vergogna! Lo preferisco ignorante ma diplomato - aumenta in modo direttamente proporzionale. 
Insomma, questo è il periodo migliore per offrire il proprio aiuto di studente universitario a questi genitori bisognosi di qualcuno che insegni al figlio in un mese tutto quello che avrebbero dovuto spiegargli i 9 insegnanti in tre anni [questo periodo senza virgole è stato soffocante, lo so] Niente di che, ecco. 

Metti i tuoi annunci in giro, cospargi il tuo quartiere di foglietti adesivi in cui il tuo numero e la tua mail compaiono almeno dieci volte ed attendi finchè qualcuna di queste anime disperate non s'imbatte per caso in uno di essi. E' un segno. E' chiaramente un segno. Suo figlio rischia la bocciatura e lui sbatte proprio sul palo della luce su cui una certa Tizia ha attaccato il suo annuncio delle ripetizioni. Annuncio che è incollato anche sul marciapiede e che tappezza i muri di tutti i palazzi nei prossimi e precedenti venti isolati, ma dettagli. E' destino. Ho letto l'Alchimista, al cesso, l'altro giorno. E lui direbbe che bisogna seguire i segni.
E qui scatta la chiamata.




Se sei alle prime armi e non ti è mai capitato di dare ripetizioni, la prima cosa che vorrai fare è trovare dei libri delle materie che ti servono ed impararli tutti a memoria. Parola per parola. Lettera per lettera. 
Dovessi fare una pessima figura. Dovesse, il tanto temuto figlioletto, essere un genio incompreso dell'algebra. Dovessi spiegargli il Present Perfect Continuous o il Teorema di Euclide, mannaggiaallui e a chi l'ha inventato.  ..insomma, ti impegni. Passi un fine settimana da incubo, sommerso tra equazioni, espressioni, funzioni, divisioni, moltiplicazioni..un sacco di -oni che cominciano a ricordarti perchè odiavi la matematica a quell'età.
Io queste ripetizioni me le sono anche sognate. Tre volte. Per tutti e tre i giorni di attesa di quelle fatidiche due ore. 

E poi vai lì. Ti siedi al tavolo con la ragazzina. Le chiedi di farti vedere come risolve uno dei problemi che il professore le ha dato per casa. Un problema sui solidi. Dai che lo sai fare. 

Sei lì. Attendi con il fiato sospeso il verdetto finale. 
Sarà un genio oppure no, costei?
"Disegnami un cilindro" le dici. 

...



Riproduzione fatta da me di quello fatto dalla ragazzina
a cui do ripetizioni. Lei lo ha fatto su un foglio a quadretti.

Da questo momento in poi ti rilassi. Le spieghi il problema. Non capisce. Le scrivi la formula. Non capisce. Le spieghi la formula. Non capisce. Non capisci perchè non capisca. Forse anche tu a quell'età eri così svogliata? Chissà. Eppure non ti sembra di..va bene, non importa. 


"Allora, immagina che questo cilindro sia una lattina di CocaCola. Il suo volume è quello che c'è all'interno. Quindi il volume qual'è?" 

"..il lato?"

Sei tentata di spiegarle il concetto di "solido di rotazione" ma qualcosa ti dice che è meglio continuare con la lattina. Quindi taci per qualche istante, giusto quell'attimo che ti serve per trattenere la risata isterica senza farti notare, e indichi il bicchiere d'acqua che hai accanto. Lo vedi il bicchiere? Il bicchiere è un cilindro. L'acqua è il suo volume. Per sapere quanta acqua può contenere il bicchiere, devi moltiplicare l'area della base del bicchiere - e indichi la parte che poggia sul tavolo - per l'altezza del bicchiere. Immagina di doverlo riempire. Lo riempi fino al bordo, no? 

..lei ti guarda con aria assente. 

"Va bene, dai. te la ricordi l'area del cerchio? Come si fa?"

"Ehm..il raggio!" 

Altro lungo istante di silenzio, poi un respiro profondo e decidi di incoraggiarla. Il raggio che? Il raggio cosa? Perchè?

"BRAVA. Con il raggio. Ma non solo! Moltiplichi il raggio per se stesso - raggio alla seconda - per Pi Greco. Ok?" le scrivi la formula.

Ancora il suo sguardo assente.

D'accordo, per la prossima lezione ti annoti mentalmente di cominciare con problemi più semplici, magari con le figure piane. Problemi sul cerchio, appunto. Ma per ora vai avanti.
Ecco, abbiamo tagliato la nostra lattina. L'abbiamo aperta. Ci viene fuori che l'area laterale - cioè la parte rossa della lattina di Cocacola - è un rettangolo. Il tutto accompagnato con accurati disegni di varie forme e colori.
Ed all'ennesimo sguardo assente, certa che dev'esserci un modo per farle capire il concetto, strappi con violenza un foglio dal tuo quaderno e lo arrotoli intorno al disegno di un grosso cerchio che hai fatto su un'altra pagina intera. Le fai vedere che il cerchio corrisponde PROPRIO al lato della pagina. Che è un rettangolo. E quindi? QUINDI? Quindi il lato della parte rossa della lattina a cosa corriponderà? Alla c..? Cir..? Circon..? Circonfer..? 

"L'area di base?"

Okay. 
Momento di crisi. Momento di sconforto. Ma imperterrita, testarda, vai avanti per principio. Vuoi finire questo stupido problema.

BENE. Troviamo l'area laterale del cilindro, calcolando l'area del rettangolo. Quello della lattina. La parte rossa. Eccetera eccetera. Hai un lato. Hai l'altro lato. Sono scritti qui, vedi?
Quindi? Quindiii?
Come si fa l'area del rettangolo?

Il silenzio ti schiaccia, la vedi sforzarsi per pensare, sei quasi certa di aver notato una gocciolina di sudore sulla sua fronte e senti che finalmente è la volta buona. Finalmente quel guizzo di intelligenza, di comprensione, nei suoi occhi, porterà ad un risultato che..

"Base..per due?"

Grazie e arrivederci.

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