Ci sono dei momenti, nella vita, in cui è necessario mettere da parte la propria personalità e mettere davanti il proprio ruolo, insieme alla forma che abbiamo assunto all'interno della società. Sono le occasioni formali: matrimoni, comunioni, cresime, lauree, proclamazioni di vario genere, colloqui di lavoro e quant'altro.
Sono le stesse occasioni che risvegliano una consapevolezza essenziale: le tue stupende, amatissime, comodissime scarpe da ginnastica questa volta non saranno d'aiuto, nè lo sarà la tua morbida, calda felpona comprata a Porta Portese, o i fidati e sempre adeguati blue jeans.
Non so voi, ma per me è sempre così. Non importa quanti vestiti e scarpe eleganti o formali abbia comprato per occasioni precedenti: l'occasione successiva presupporrà sempre che debba comprare qualcos'altro. C'è sempre un motivo per cui la roba già comprata, infatti, non va più bene. Vi sfido a dimostrare il contrario.
Dunque quando arriva quel tale momento, una delle certezze è che spenderai in vestiti più di quanto avresti speso per comprare il cibo degli altri novantacinque invitati.
Un'altra delle certezze è che, se sei donna, dovrai sottoporti ad almeno due delle torture classiche: ceretta da capo a piedi e scarpe scomode, la prima delle quali, se è inverno e sei single, sarà sicuramente una spiacevole incombenza.
Mi sono fatta una foto alle gambe, per rendere l'idea |
Nel mio caso specifico, le occasioni formali sono una fortissima fonte di stress, persino quando - giustamente - alla gente della mia presenza frega meno di zero - leggasi: al matrimonio di qualcun altro, ad esempio. Devo essere presentabile. No, non presentabile. Perfetta. Del tipo che se non levo con la pinzetta quel peletto sotto il mento, passerò un'orribile giornata di umiliazioni, sotto gli occhi giudicanti di perfetti sconosciuti che, con la loro super-vista da falco, individueranno il fantomatico pelo e rideranno di me quando sarò girata di spalle. Campioni di "Un, Due, Tre, Stella", costoro.
Quando ormai sono lì, come è accaduto oggi per la proclamazione del mio dottorato - suona molto più figo di quello che in realtà è, specie data la nota serietà della mia università - ci sono poche certezze, ed una di quelle è che emulerò Jennifer Lawrence nella sua performance agli Oscar. Ma senza vincere niente.
La cosa migliore di queste occasioni è il cibo, ma ovviamente nessun cibo è previsto alle proclamazioni, per cui mi sono concessa uno spritz. Alle dieci del mattino, ma bisogna considerare che ero sveglia dalle sei, e se di solito mi sveglio alle 12 ed è normale bere lo spritz quattro ore dopo, ovvero alle 16..insomma, tutto torna.
Quanto alle foto..sono venute decenti.
Sembro un toporagno con la scabbia quasi in tutte, ma se non altro un bel toporagno.
Un classico anche questo.
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